Le Automobili a Cuba, un parco auto fuori dal tempo

Cuba è l’unico paese al mondo dove le auto d’epoca non sono semplicemente un hobby o una collezione privata, ma una realtà quotidiana. Secondo stime non ufficiali, ci sono circa 60.000 automobili americane d'epoca ancora funzionanti sull'isola, la maggior parte risalenti agli anni 1940 e 1950. Sono modelli come Chevrolet Fleetmaster, Buick Special, Ford Customline e Cadillac Series 62 — icone della golden age automobilistica americana.
Un vero e proprio museo vivente dell’automobile del Novecento. Camminando per le strade dell’Avana o di Santiago de Cuba, è impossibile non restare affascinati dal passaggio di eleganti Chevrolet Bel Air degli anni '50, Pontiac color pastello o Ford Fairlane che sembrano uscite da un film d’epoca. Ma dietro il fascino nostalgico delle automobili cubane si nasconde una storia complessa, fatta di ingegno, restrizioni e trasformazioni sociali.
La rivoluzione castrista del 1959 cambia radicalmente il panorama automobilistico cubano. Con la rottura dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti e l’instaurazione dell’embargo, Cuba perde il suo principale fornitore di automobili e si trova improvvisamente isolata dal mercato automobilistico occidentale.Il blocco non solo impedisce nuove importazioni, ma rende quasi impossibile la riparazione delle auto già presenti. Per sopravvivere, i meccanici cubani sviluppano una cultura dell’adattamento.Per decenni, meccanici e proprietari si arrangiano sostituendo motori originali con quelli di fabbricazione sovietica, adattando pezzi fatti a mano o modificando le vetture per usare carburanti alternativi.Una sopravvivenza ottenuta grazie alla manutenzione programmata e alla capacità dei cubani di improvvisare e adattare dando vita a una cultura automobilistica unica al mondo.Negli anni successivi, l’Unione Sovietica colma il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. Sono migliaia i veicoli prodotti in URSS e importati sull’isola: Lada (soprattutto le 2101 e 2107), Moskvitch, Volga, ZIL e GAZ (veicoli governativi e camion).
Queste auto, meno eleganti ma più robuste, diventano il nuovo standard per la popolazione. L’epoca sovietica ha lasciato un’impronta importante: ancora oggi molte famiglie cubane si affidano a queste vetture per la mobilità quotidiana.Con l'apertura graduale del paese e alcune riforme economiche, negli ultimi anni il governo cubano ha iniziato a consentire l'importazione di auto nuove, seppur a prezzi proibitivi per la maggior parte dei cittadini. Auto coreane, cinesi ed europee iniziano a comparire, ma rappresentano ancora una piccola frazione del traffico urbano.Il mercato automobilistico a Cuba è infatti estremamente regolamentato: i veicoli nuovi sono venduti solo da concessionari statali, con margini altissimi, e il mercato dell’usato è spesso l’unico accessibile alla popolazione.Fino al 2011, l’acquisto e la vendita di automobili tra privati sono rigidamente regolati, e in pratica vietati. Solo chi ha un permesso governativo può acquistare una macchina, di solito come ricompensa per particolari meriti (medici, artisti, atleti o ufficiali).Dal 2013 c’è una liberalizzazione parziale che permette la compravendita tra privati e l'importazione di auto nuove, ma i prezzi sono proibitivi.In un paese dove il salario medio mensile è di circa 30-40 dollari, possedere un’auto moderna resta un privilegio per pochi.In questo scenario le auto americane non sono solo reliquie: sono risorse economiche vive. I cubani che ne possiedono una la usano spesso come: taxi collettivo (almendrón, per la forma "a mandorla"), taxi turistico privato per tour nelle città o auto da cerimonia per matrimoni ed eventi.Molti visitatori scelgono appositamente di salire a bordo di queste auto storiche per vivere un’esperienza "vintage". Questo ha dato nuova linfa a un settore artigianale di restauro: i migliori meccanici cubani si specializzano nel rifacimento di carrozzerie, tappezzeria e verniciature personalizzate.
Joani Cardenas è considerato uno dei migliori restauratori dell’Avana. La sua officina, situata nella periferia di Guanabacoa, è un susseguirsi di pezzi di auto americane, russe e cinesi in attesa di rinascere. Cardenas scompone completamente ogni vettura per dipingere ogni singolo componente, impiegando due mesi per il restauro completo di un’auto anni ’50, garantendo risultati di altissimo livello.Nel cuore dell’Avana, Oscar Rodríguez e il suo team, partiti come autodidatti, trasformano auto antiche combinando parti da marche diverse: un Nash del 1947 con sterzo ricostruito da Toyota/Mitsubishi, un Ford Fairlane 1956 equipaggiato con motore Toyota Rodríguez.Nel 2024, il giovane Gabriel González ha attirato l’attenzione costruendo da zero una Ford del 1952 a Playa Baracoa, L’Avana. Autodidatta, ha: saldato la carrozzeria, adattato freni, installato un motore Volga 24 con trasmissione Mitsubishi, montato cerchi da 18 e 12 pollici.A Holguín, una Chevrolet del 1950 è stata trasformata in carro-attrezzi da traino, capace di sollevare fino a 4.000 kg, operando 24/7. La famiglia Guzmán ha persino integrato impianti moderni (freni, sospensioni, luci di emergenza), mostrando come anche le “vecchie mandorle” possano essere adattate con professionalità e sicurezza.I meccanici cubani sono veri protagonisti di un’arte fatta di creatività e autoapprendimento. Dai restauratori professionisti come Joani Cardenas e Oscar Rodríguez, agli artigiani come Gabriel González e la famiglia Guzmán, incarnano tutti lo spirito cubano: mantenere vivi pezzi di storia con mezzi limitati, ma immensa ingegnosità. Sono gli stregoni dell’automobile, capaci di far vivere epoche passate e mitologie meccaniche attraverso ogni bullone e saldatura.Molto più che semplici mezzi di trasporto, queste automobili sono testimoni viventi di un’epoca, simboli dell’identità nazionale e strumenti di sopravvivenza economica. In un mondo in continua evoluzione, le auto cubane restano immobili nel tempo, affascinando chiunque abbia la fortuna di incontrarle.
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